lunedì 11 ottobre 2010

MAZZULLO, ANIMA ROCK!

Una voce strascinata e antipatica. Una voce da padrone di casa, che, proprio come un padrone di casa, non si cura di farsi gradito all’ospite: se ti va è così se no, fuori dalle palle.
Quante cazzate, quante oscenità, bestemmie, infamità, ovvietà, demagogia, vomitate da quella bocca di cui non ho mai conosciuto le fattezze, ma che ho sempre immaginato impastata, legata da eccessi di alcol e sigarette.
La voce di Paolo Mazzullo, lo storico fondatore e padrone di RadioRock, mi ha sempre procurato l’istinto di cambiare canale. Non resistevo più di qualche secondo ai suoi ragionamenti malati, alla sua arroganza. L’arroganza di chi ha un microfono in mano e può strillare più forte di te.
Ma di certo non gli si poteva negare il diritto a gridare dentro a quel microfono. Se lo era guadagnato. A lui, infatti, va il merito di aver fatto di un sogno una realtà. Una realtà capace di fondersi con le realtà di tante altre persone, compreso me.
Sì, perche malgrado Mazzullo, malgrado quella sua sporca voce e le sue idee del cazzo, RadioRock è stata la compagna di viaggio di tanti giovani ed ex-giovani romani. E, nel bene e nel male, anch’io non sarei così come sono oggi sono se non ci fosse stata RadioRocck. Se non ci fosse stato quello maledetto Mazzullo e il suo lavoro, la sua tigna.
Apprendo così della sua morte a 52 anni con un sentimento indefinito.
A una iniziale indifferenza (è parecchio tempo che non riesco più ad ascoltare quella che per tanto era stata la “mia” Radio) segue una punta di “quasi” soddisfazione (la speranza che nell’etere possa circolare qualche idiozia di meno -?-) che subito si spegne. Infine, non riesco a reprimere un senso di vuoto e un lieve dolore che fatico a confessare perfino a me stesso.
Mi domando cosa sia quel vuoto e mi rispondo con facilità: si è spenta un’anima Rock; si è fermato un cuore Rock. E c’è sempre qualcosa da perdere quando si perde un cuore Rock.
Non so se la Radio riuscirà a sopravvivere alla scomparsa di Mazzullo. Già da tempo le voci ai microfoni hanno tutte lo stesso suono, identico tono. Già da tempo dalle frequenza della Radio manca l’originalità di un tempo e il populismo profuso a mani piene (populismo madre e padre del “popolo” di RadioRock), ha appiattito gli spigoli e le profondità che qualche speaker riusciva ancora a scavare nei cuori e nelle teste degli ascoltatori. Probabilmente i 106.600 della FM diventeranno presto uno spazio di conquista per lo spaccio delle solite inutili merci.
Sono sicuro, però, che non sarà la Radio a mancarmi, questa è una cicatrice vecchia ormai chiusa, di certo sentirò la mancanza di un’ANIMA ROCK.

6 commenti:

  1. Buttate un occhio anche a www.radiorock.to ... giusto per inquadrare tutta la vicenda.

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  2. Non ho capito cosa c'è da inquadrare, c'è forse qualche riferimento a Mazzullo che non ho visto?

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  3. Vai su "Chi siamo" e scegli "La Storia". Oppure cerca su google

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  4. Personalmente ritengo che Mazzullo era un fascista razzista e ha trasformato radio rock nell'ombra di se stessa.

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  5. è la mancanza di Mazzullo che si sente profondamente. r.i.p.

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