Sei davvero convinto di essere padrone della tua identità? Fai il Test con Tatiana.
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Senza aprire gli occhi,
tirò un colpo allo snooze della Sony
che, accidenti a lei, d’improvviso aveva preso a urlare “Loacker, che bontà!”.
Sfilarsi dal caldo
piumone Ikea le sembrò impossibile, ma, fatalmente, due minuti dopo, era già sotto
la doccia, coccolata dal sentore archetipico del bagnoschiuma Roberts che le
ricordava la sua infanzia, tutta tappata nel piccolo ambiente tropicalizzato
dal Caldobagno alla massima potenza.
Strascinando gli scafandri
di gomma piuma col faccione di un Pippo assonnato, raggiunse la macchinetta del
Nespresso, un lusso e una necessità alla quale non aveva voluto rinunciare. Inserì
la cialda. Quel caffè, l’unico che beveva, e 2 Grancereale erano la sua misera colazione,
ma la tirava sempre un po’ per le lunghe, per concedersi il tempo di consultare
l’iPhone e di connettersi al mondo: oroscopo Virgo, Facebook, il meteo.it,
Repubblica online.
Già un po’ più sveglia,
celebrò il breve rito della vestizione. Nella cameretta piena di specchi, –
l’aveva voluta proprio così – gettò un colpo d’occhio alla figura intera, poi,
con una zoomata da C.S.I. sul sedere, controllò l’effetto leggins + mutanda: perché non si ripetesse la disgrazia del giorno
prima, quando solo a tarda sera si accorse dell’assoluto antiestetismo del
pantacollant Tezenis sopra la mutanda Intimissimi. E pensare che ci aveva speso
un patrimonio per quelle mutande. “Mai più Intimissimi!”, questo era certo.
Sul marciapiede
l’aspettava da sempre l’SH 50 dell’ottanta: due tempi, euro sotto zero, ma
fedele come l’Arma dei Carabinieri. Lo inforcò e dopo 10 minuti già indossava il
camice rosso e verde della Esselunga e, seduta alla cassa, sparava codici a
barre.
Sparò Regina, Friskies
e Lete. Sparò a 12 polli Amadori, in offerta speciale. Sparò a Nonno Nanni, a
Capitan Findus, a Giovanni Rana. E, a un certo punto, ebbe anche la tentazione
di sparare a una giovane mamma che, per il suo bambino, aveva tirato via dagli
scaffali l’intera linea 4 Salti, Sofficini e Panatine.
Sparò per 6 ore di
fila, in mezzo solo pochi minuti per un George Clooney …hops, un Nespresso, e due Pocket coffee, con George Clooney inside …hops, col caffè dentro. E quando infine tolse il camice era già scuro.
L’SH stentò un pochino:
tutte quelle ore fermo al freddo. Ma poi fece il suo dovere e l’accompagnò all’Harry’s
bar, dove l’aspettava Chiara per uno Spritz. Bevvero e sgranocchiarono Cipster,
Ritz e qualche tartina, poi Chiara, guardando il viso smunto dell’amica, le
diede del Mocio Vileda, lei sorrise e le diede semplicemente della stronza.
Guardò fuori dal locale
e visto che era già buio pesto decise di chiudere lì la sua giornata. Perciò
accelerò con le tartine e con l’Aperol Spritz: doveva evitare di cucinarsi, altrimenti,
lo sapeva, sarebbe finita come la giovane mamma, suicidata dentro un Bon roll, vegliata
dalla sua solitudine e dai Pacchi.
Salutò Chiara, calcò il
Momo d’annata sulla testa, e già sentiva l’acqua calda della doccia scrosciarle
addosso. La doccia serale doveva essere più morbida di quella del mattino, per
questo scelse un cremoso Dove, mentre il Caldobagno poteva starsene a riposo,
che a quell’ora l’impianto centralizzato faceva gli appartamenti incandescenti.
Uscita dalla doccia, passò
e ripassò nuda davanti agli specchi della cameretta, cogliendo istantanee del
suo corpo. D’improvviso, dentro uno di quegli scatti, si percepì estranea a se
stessa, così si bloccò e partorì una domanda: chi è Tatiana? Stette un po’, poi riprese a rovistare nella
cassettiera Hmnes senza darsi una risposta.
Frugò e trovò lo slip con la targhetta rossa che
cercava e, messe su le mutandine, si colse di nuovo riflessa di schiena nello
specchio. Era dritta in piedi, i capelli raccolti in una lunga coda inseguiva
il filo della spina dorsale bloccandosi, però, giusto in tempo per non sporcare
la sagoma dei fianchi. La poca stoffa dello slip si era disposta esattamente come
qualcuno aveva progettato. Allora indugiò maliziosa con lo sguardo ed infine esclamò:
“Ok, non so chi è Tatiana, ma certo che, vista così, è tutta Roberta”.By Augusto Monachesi